Sebbene la ricarica wireless per smartphone sia disponibile in commercio da molto tempo, a causa della potenza di ricarica generalmente bassa, il suo valore pratico è sempre stato visto come inferiore rispetto alla ricarica cablata.
OPPO AirVOOC 65W: Rilasciato il primo teaser della ricarica wireless ultrarapida
Detto questo, nel mese di aprile OPPO ha portato la tecnologia di ricarica senza fili più potente al mondo, parliamo infatti di una ricarica flash wireless da 40 W che troviamo a bordo dell’ OPPO Ace2. La nuova tecnologia ha quindi riavvicinato in una certa misura la ricarica wireless e quella cablata.
A quanto pare però, 45W non sono più abbastanza per OPPO, che adesso punta ad una potenza di 65W. La notizia era arrivata direttamente dal brand che ha tenuto una conferenza sulle diverse tecnologie di ricarica ad inizio mese, specificando appunto che il prossimo step sarà la ricarica wireless a 65W.
Come saprete, al momento la tecnologia di ricarica cablata più veloce disponibile in commercio (per smartphone) è la SuperVOOC 2.0 da 65 W, tecnologia di ricarica presente sulle serie OPPO Reno, Find e Ace. Quindi la ricarica wireless dovrebbe eguagliare quella cablata in un futuro prossimo.
In ogni caso, oggi il brand ha rilasciato un nuovo teaser video che promuove la tecnologia di ricarica wireless da 65 W. Nel video possiamo vedere come la ricarica flash wireless da 65 W riesca a ricaricare una batteria da 4000 mAh in circa 30 minuti. Parliamo quindi di una tecnologia wireless più rapida rispetto a quella cablata di molti flagship di altri marchi attualmente sul mercato.
Con questa potenza abbastanza impressionante non sarà più possibile dire che la ricarica senza fili è meno pratica di quella cablata perché più lenta. Ciò dovrebbe anche significare che la tecnologia diventerà sempre più comune e utilizzata dalle masse. Quindi un bel passo avanti per i sostenitori della ricarica wireless.
Che dire, OPPO continua a rimanere una delle compagnie più avanzate tecnologicamente per quanto riguarda la ricarica rapida. Adesso non ci resta che aspettare che la tecnologia venga commercializzata così da poterla testare.
