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Telegram Premium: Durov smentisce “Non condividiamo dati con Google”

Ieri abbiamo parlato dei una possibile violazione dei dati da parte di Telegram Premium, il servizio a pagamento appena uscito a livello globale. Nello specifico facevamo riferimento alla funzionalità voice-to-text che permette di trasporre in testo scritto un audio inviato. Secondo alcuni utenti, questa traduzione istantanea avverrebbe con una violazione della privacy: la traduzione avviene infatti grazie a Google che, come risaputo, raccoglie i dati. Ma è davvero così?

Telegram Premium condivide i dati vocali con Google? Si pensa di sì, ma Pavel Durov smentisce le voci. Solo servizi di qualità grazie a Big G

Il fondatore di Telegram si è espresso a tal proposito, sconfessando tutte le critiche delle ultime ore.Il fondatore del messenger russo ha già commentato la situazione: secondo lui, gli utenti non dovrebbero preoccuparsi della fuga di informazioni riservate. Telegram non condivide con Google i dati personali degli utenti, come nomi, numeri di telefono, indirizzi IP. Inoltre, non invia mai alcun dato a terzi in modo automatico, senza esplicita richiesta da parte degli utenti.

telegram premium

La decisione di utilizzare la tecnologia a pagamento di Google consente di massimizzare la qualità della trascrizione, ma non pregiudica la sicurezza dei dati, perché, secondo l’accordo tra Telegram e Google, Google non può fare nulla con questi dati audio anonimi, se non per generare versioni testuali basate su di esse e restituirle (in particolare, l’azienda non può utilizzarle per nessuno dei suoi altri servizi o per pubblicità).

Durov scrive sul suo blog:

Telegram non condivide con Google i dati personali degli utenti, come nomi, numeri di telefono, indirizzi IP. Inoltre, Telegram non invia mai dati a terzi in modo automatico, senza una richiesta esplicita da parte degli utenti

Durov ha anche aggiunto che i termini di funzionamento della feature “controversa” sono esplicitati nel contratto con l’utente: se gli abbonati a Telegram Premium possono fidarsi o meno delle garanzie di Google quando inviano messaggi vocali per la decrittazione, devono decidere da soli.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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