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Smartphone: secondo uno studio sono diventati la “casa” delle persone

Gli smartphone sono una realtà tanto complessa per quanto riguarda gli studi antropologici quanto “banale” per gli utenti singoli. Spesso non ci si rende conto del potere che questi dispositivi hanno sulle persone e sul modo di comportarsi. Una recente ricerca della University College di Londra fa luce su cosa è diventato questo dispositivo per gli utenti. Si tratta dello studio più approfondito mai effettuato in questo ambito che dimostra come un utente si senta sempre di più spaesato se non ha un device mobile tra le mani. vediamo i dettagli.

Lo smartphone rischia di spaesare l’utente: una ricerca dell’University College di Londra dimostra che se lo perdiamo, non abbiamo più una casa

I ricercatori dell’University College di Londra hanno analizzato il comportamento degli utenti moderni e nello specifico il loro rapporto con gli smartphone. Secondo loro, questi si stanno gradualmente trasformando da semplici mezzi di comunicazione in vere e proprie “case” in cui viviamo. Gli smartphone moderni hanno un numero enorme di funzioni, che consentono di rimanere in contatto con i parenti, ricevere servizi medici, leggere notizie e molto altro ancora. 

Un team di 11 antropologi ha trascorso 16 mesi a documentare l’uso dello smartphone in nove paesi in Africa, Asia, Europa e Sud America, con una particolare attenzione rivolta agli anziani. La loro analisi è pubblicata su The Global Smartphone: Beyond a youth technology.

Nonostante le infinite possibilità, questi si sono trasformati in un luogo di residenza che gli utenti portano in giro come lumache i loro gusci. In effetti se ci pensiamo è così: avendo su un dispositivo tutta la nostra vita, è ovvio che questa ci seguirà come se fosse la nostra casa, il nostro guscio. Ma dove sta il problema in tutto ciò? Alcune persone prestano così tanta attenzione alle loro “case virtuali” da trascurare chi le circonda. I ricercatori hanno chiamato questo fenomeno “la morte dell’intimità“. 

Leggi anche: Il sensore di prossimità peggiore di tutti arriverà per molti altri smartphone

La morte dell’intimità che provoca lo smartphone porta delusione e persino risentimento tra gli altri. Di conseguenza, le persone, anche a distanza di un braccio l’una dall’altra, rimangono fisicamente, emotivamente e socialmente sole. Ebbene, per alcuni, uno smartphone è solo un rifugio, un’opportunità per nascondersi dai problemi e da noi stessi.

Gli scienziati affermano:

In qualsiasi momento, durante un pasto, una riunione o un’altra attività congiunta, la persona con cui siamo insieme può semplicemente scomparire, uscire di casa con il suo smartphone

Quali altre cose ha evidenziato la ricerca dell’University of College?

Purtroppo questi aspetti sopra descritti non sono le uniche cose emerse dallo studio. In particolare la ricerca ha fatto luce su come è cambiato il modo di rapportarsi con gli altri. Non siamo più portati a comunicare tra noi attraverso parole, bensì tramite immagini e video. Si pensi ai MEME che sono ormai divenuti un linguaggio a tutti gli effetti, creando una vera e propria ossessione. Tuttavia, non tutto il male viene per nuocere.

Un’altra cosa che è stata notata è come si stia tentando di riunire la famiglia proprio grazie allo smartphone. Gruppi familiari che altrimenti non si potrebbero vedere (complice anche il covid-19), possono stare insieme proprio grazie alla creazione di gruppi di contatto come quelli di WhatsApp. In sostanza gli smartphone ci consentono di “reincorporare” le nostre famiglie allargate nelle nostre vite e partecipare e “vivere” in gruppi familiari più grandi.

Come poter risolvere questa situazione spinosa?

La soluzione, come sempre, non è né il bianco né il nero. Non bisogna smettere di utilizzare gli smartphone, bensì utilizzarli con la consapevolezza di quello che si fa. Quando mangiamo, non ci facciamo esplodere lo stomaco solo perché affamati: il discorso è lo stesso. utilizzare lo smartphone solo quando serve è l’unica soluzione a questo problema che rischia di trasformarci in zombi digitali.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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