A causa del Coronavirus si sono rese necessarie alcune misure cautelari che hanno portato gli e-commerce nazionali a razionalizzare le consegne, posticipando quelle connesse a prodotti definiti non essenziali, in cui rientrano i nostri amati smartphone. Una misura che non colpisce solo il nostro mercato ma anche quello internazionale, come l’India, dove alcuni produttori hanno invece chiesto al governo di rivedere le proprie scelte, facendo appello alle autorità affichè permettessero loro di consegnare i propri device tramite piattaforme online nonostante il lock down dei 21 giorni imposto per combattere il propagarsi del Coronavirus nel paese.
Gli enti come MAIT e India Cellular & Electronics Association (ICEA), hanno quindi redatto lettere al governo facendo appello a rimuovere le restrizioni sul trasporto di componenti sia per le attività interne che per le esportazioni.
Realme chiede al governo indiano di classificare gli smartphone come “prodotti di base”
MAIT, nella sua lettera, ha proposto al governo di elencare le società di e-commerce nell’ambito dei servizi essenziali in modo da poter eseguire le consegne di beni essenziali in un “quadro logistico controllato”. D’altra parte, la lettera scritta da ICEA solleva preoccupazioni per una cattiva comunicazione tra il ministero degli interni e le autorità statali / distrettuali, che ha portato all’arresto del movimento delle merci elettroniche.
Madhav Sheth, CEO di Realme India, ha affermato che gli smartphone sono un “gateway per altri servizi”, il che potrebbe essere prezioso in questi tempi difficili. Oltre a chiedere al governo di consentire loro di vendere i propri dispositivi, aggiunge addirittura la richiesta di possibilità che il proprio brand apra i suoi centri di assistenza con precauzione di sicurezza poiché ha ricevuto molte richieste da parte di clienti che necessitano di un supporto post vendita. Una battuta d’arresto che per un marchio giovane come Realme è decisamente controproducente. E voi cosa ne pensate?