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Meta (ex Facebook) comincia con le prime controversie legali

Meta ha debuttato pochi giorni fa anche se la transazione è più trasparente di quanto sembra. L’azienda ex Facebook ha in mente di creare quello che si chiama “metaverso“, ovvero una realtà virtuale dove poter vivere con un proprio avatar. Inoltre, sembra che il colosso di proprietà di Mark Zuckerberg sia in procinto di presentare due prodotti più “concreti”: uno smartwatch e un sensore VR. Tutto bello, se non fosse che ci sono aziende che mettono i bastoni fra le ruote e accusano il brand. Vediamo che succede.

Meta (ex Facebook) non ha fatto neanche in tempo a debuttare: ecco le prime controversie legali. Queste le tre aziende che sporgono denuncia

La prima azienda a lamentarsi è una società americana che assembla PC personalizzati, Meta PC. Questa ha depositato la registrazione del marchio il 23 agosto, più di due mesi prima dello stratagemma di marketing di Zuckerberg. I due fondatori di Meta PC, Joe Darger e Zack Shutt, hanno dichiarato al sito TMZ che l’azienda era operativa da un anno, ma aveva deciso di presentare domanda per registrare il marchio solo di recente

meta, ex facebook: i primi problemi con la giustizia

Tuttavia, la registrazione non è stata effettuata ed entrambi possono ritirare il brevetto, a una condizione: Facebook deve pagare alla società 20 milioni di dollari. L’importo coprirebbe il costo del rebranding di Meta PC. Nonostante ciò, le fonti di Facebook hanno dichiarato ad Apple Insider di essere fiduciose che Facebook sarà in grado di registrarsi senza difficoltà.

Un altro problema in sé è il logo Meta. Facebook è stato ispirato dal concetto di metaverso nel design: la M è un blu che ricorda Facebook, ma è intrecciato e dà l’impressione che l’universo virtuale sia sempre connesso e mutevole. Ma due aziende hanno pensato in modo simile: una di queste, la startup M-sense, è stata creata per curare l’emicrania. In un’intervista con il tedesco Business Insider, l’amministratore delegato dell’azienda, Marcus Dahlem, afferma di temere che l’associazione con Meta danneggi l’applicazione utilizzata per curare il mal di testa.

Non si tratta solo di un problema d’immagine però. Dahlem afferma che l’abuso della privacy di Facebook può portare le persone che utilizzano l’app M-Sense a diffidare della condivisione dei dati, cruciale per il trattamento dell’emicrania. 

Infine, l’azienda che ha risentito di più del cambio di nome di Facebook in Meta è stato MileniumGroup. L’agenzia di marketing e comunicazione latinoamericana ha annunciato che farà causa a Meta per “uso improprio” del suo logo. Secondo MilleniumGroup, dal marzo 2020 il gruppo utilizza un logo a forma di M intrecciato.

La società intende intraprendere azioni legali nei tribunali statunitensi, con l’obiettivo di convincere Facebook a rinunciare alla figura come logo. Il CEO dell’azienda ha affermato:

Dobbiamo difendere la nostra proprietà intellettuale. La creatività è una delle caratteristiche della nostra agenzia ed è per questo che i nostri avvocati chiederanno il ritiro di Facebook in tribunale

 Alberto Arebalos, CEO di MilleniumGroup

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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