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Ecco perché Pixel 6 farà tremare tutte le aziende, Qualcomm compresa

Pixel 6 e 6 Pro usciranno la prossima settimana e si preannuncia un lancio estremamente interessante. I motivi sono molteplici e non li analizzeremo tutti in questa sede. Basti pensare al fatto che i device porteranno un design davvero unico (e ci voleva) ma soprattutto un comparto hardware davvero di livello superiore. E proprio questo andremo ad analizzare oggi. Ricordiamo che i due dispositivi monteranno il tanto chiacchierato Google Tensor, ovvero il processore personalizzato (o meglio proprietario) dell’azienda. Questo processore è destinato a far parlare di sé e a far tremare tutti. Vi spieghiamo il perché.

Google Tensor sarà il processore di Pixel 6 e 6 Pro: il suo futuro è roseo, talmente tanto che aziende come Samsung e Qualcomm ne sono intimorite

Abbiamo visto come Google, con il Pixel 6 e 6 Pro, ha dato uno smacco a Samsung garantendo più anni di supporto ufficiale. Infatti, l’azienda di Mountain View ha promesso ben 5 anni di supporto ufficiale (aggiornamenti di sistema e sicurezza) e 4 anni di aggiornamenti OS. In sostanza i dispositivi arriveranno a fine supporto nel 2026. Questo ha fatto sì che aziende come Qualcomm abbiano iniziato a tremare. Come abbiamo riportato mesi fa, non sono i singoli brand di telefonia (Xiaomi, Oppo, vivo e compagnia bella) a decidere quando e quanti aggiornamenti inviare ai propri modelli di smartphone.

La prova di quello che stiamo dicendo è il fatto che Google ha deciso di dare ai nuovi Pixel 6 e 6 Pro ben 5 anni. Questo perché il processore è progettato da lei. Non è come le altre aziende che acquistano chipset da Qualcomm o MediaTek (tanto per citare due aziende leader del settore). Queste invece, devono “sottostare” a delle linee guida tali per cui se Qualcomm o MediaTek non concedono le “chiavi” per aggiornare, gli updates non sono assicurati.

Ma perché Qualcomm e company stanno tremando? Perché l’importanza di avere uno smartphone supportato a lungo è sempre maggiore. Soprattutto in un momento in cui la maggior parte dell’utenza non può/vuole spendere una certa somma dopo soli due anni per cambiare il proprio smartphone. Google sembra aver preso il toro per le corna, dunque, e aver puntato non solo alla qualità del dispositivo in sé ma anche alla qualità del servizio che offre.

pixel 6 farà tremare qualcomm grazie al suo google tensor

Ma perché questo è stato possibile? Perché Google Pixel 6 e 6 Pro sono così speciali? Perché il colosso ha potuto investire nella produzione del SoC (che sembra essere prodotto da Samsung in ogni caso) e decidere la propria politica. A questo dobbiamo aggiungere che il processore Google Tensor sembra essere quasi allo stesso livello di Exynos 9855 e Snapdragon 888. Quindi oltre alla longevità, non mancherà anche la potenza.

Insomma, una scelta che gioverà senza dubbio al colosso di Mountain View la quale ha senza dubbio fatto una scelta qualitativa più che quantitativa. Laddove le aziende come Qualcomm producono processori su processori con l’obbiettivo di venderne di nuovi quando il supporto di uno termina, Google con Pixel 6 ha deciso di dare una valida alternativa.

Certo, non si parla di un supporto eccessivamente lungo come quello che ha proposto la Germania qualche tempo fa. Il paese Europeo ha pensato di proporre una legge per la quale gli smartphone devono essere aggiornati fino a 7 anni. Eccessivo? Forse sì, considerando la velocità con la quale i produttori di processori presentano nuovi chipset.

Per terminare, ricordiamo che i due modelli verranno presentati al pubblico il 19 ottobre e poi si saprà tutto di loro ufficialmente. E magari poi sapremo qualcosa sul Pixel Pass che abbiamo incontrato qualche giorno fa, il piano di abbonamento ai servizi premium di Google che prevede anche il rinnovo annuale del telefono.

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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