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É guerra tra OPPO e Nokia, ma sullo sfondo ci sono Apple e Samsung: cosa sta succedendo?

Una notizia scuote il mercato europeo degli smartphone: OPPO ha deciso di sospendere le vendite dei suoi device in Germania. La decisione arriva dopo la sentenza di un tribunale di Monaco, che ha dato ragione a Nokia su una controversia legata ai brevetti relativi al 5G. Sullo sfondo però ci sono due colossi: Apple e Samsung. Andiamo a ricostruire la vicenda nel dettaglio.

OPPO si ritira dal mercato tedesco: la situazione

Cerchiamo in primo luogo di inquadrare quello che è successo: due tribunali tedeschi hanno stabilito, con tre sentenze di giugno, luglio e inizio agosto, che OPPO e la sua controllata OnePlus devono pagare alcune licenze di brevetto a Nokia se voglioono continuare a vendere smartphone in Germania. Il brand cinese ritiene però che la società finlandese abbia richiesto una cifra “irragionevolmente alta” per il rinnovo il giorno dopo la scadenza del contratto 4G.

La risposta di OPPO è stata repentina: si è ritirata essa stessa dal mercato tedesco. Stando ad alcune indiscrezioni trapelate in queste ore, la schermaglia dovrebbe risolversi entro qualche mese, quando aiende come Deutsche Telekom – che hanno in stock migliaia di unità OPPO da vendere in bundle con gli abbonamenti – faranno pressioni affinchè le sentenze dei tribunali non intacchino gli accordi commerciali.

La domanda però sorge spontanea: è se invece ciò non dovesse accadere? Se OPPO decidesse di mantenere questa linea e non pagare le licenze? Per molti le conseguenze dirette per la casa cinese sarebbero di poco peso, visto che OPPO conserva l1% del mercato complessivo in Germania. Pagare le licenze a livello mondiale le costerebbe di più che rinunciare a quella quota.

E’ pur vero che Nokia ha avviato contenziosi contro OPPO anche in altri paesi: Londra, Parigi, Barcellona, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, addirittura Cina, India e Indonesia. Detto questo, la magistratura non si pronuncerà in maniera favorevole a Nokia in tutte le legislazioni, che sono profondamente diverse in materia di brevetti l’una dall’altra.

Questo contenzioso però riguarda da vicino attori ben più grossi, ed in particolare Apple, Samsung e Xiaomi. Infatti, il colosso con la mela morsicata deve ancora rinnovare i suoi accordi di licenza Nokia. Capite come Apple avrebbe altre e ben più grosse difficoltà rispetto ad OPPO a ritirarsi da un mercato, quello tedesco, dove ha enormi profitti. Stesso discorso, con prezzi unitari, redditività e quote di mercato diversi, vale per Samsung e Xiaomi.

Il pugno duro di Nokia è motivato proprio da questi altri pesci decisamente più grossi: ogni intesa raggiunta con OPPO sarebbe citata da Apple e Samsung in potenziali controverse contro di loro, come un accordo di licenza comparabile. Tuttavia, Nokia potrebbe aver conseguito la classica vittoria di Pirro. Infatti, la Corte regionale superiore di Monaco potrebbe ribaltare le sentenze di primo grado per motivi tecnici o per questioni relative al Frand, ovvero quelle condizioni di contratto eque, ragionevoli e non discriminatorie, che impediscono ad un titolare di brevetto di abusare della propria posizione dominante e violare la normativa antistrust.

Ci si domand nel frattempo però cosa farà OPPO. Sicuramente non lascerà altri mercati europei, nemmeno quello italiano. L’azienda ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Il nostro impegno a lungo termine nei confronti del mercato tedesco rimane lo stesso e stiamo lavorando in modo proattivo con le parti interessate per risolvere la questione in corso”. A parte le vendite e il marketing di prodotti sospesi sui propri canali di vendita, “Oppo continuerà ad operare in Germania” e nel frattempo “gli utenti possono continuare a utilizzare i prodotti, accedere ai servizi post-vendita, ricevere futuri aggiornamenti del sistema operativo. Non ci saranno licenziamenti di personale”.

Da valutare infine le posizioni di altri brand interessati al rinnovo delle licenze, come Realme e vivo, citate a loro volta in giudizio da Nokia.

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Ultimo aggiornamento il 25 Aprile 2024 9:20
Edoardo D'Amato
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