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DOOGEE V20 – Il RUGGED phone che vorresti (DAVVERO) distruggere !!!

Pensando agli smartphone rugged viene subito in mente un dispositivo dall’aspetto corazzato ma brutto esteticamente ma soprattutto poco prestante, d’altronde la resistenza ad urti e cadute dovrebbe essere l’aspetto chiave di questi device. La questione cambia con il nuovo Doogee V20, che mantiene la sua indistruttibilità attirando il pubblico per via di un hardware interessante, una camera ad infrarossi per la visione notturna ed un display secondario. Scopriamo insieme se queste feature sono solo avezze al marketing oppure se davvero offrono una funzionalità nell’utilizzo.

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Il termine design poco si sposa con la categoria di smartphone rugged, ma il Doogee V20 fa eccezione, con una formula che miscela resistenza e cura dei materiali. Il retro dello smartphone risulta gommato con una finitura in fibra di carbonio (non penso sia vera) piacevole al tatto e resistente. E’ proprio sul posteriore che troviamo una novità assoluta su questa categoria di smartphone, ovvero la presenza di un secondo display da 1,05 pollici, la cui utilità è paragonabile ad una coltello senza lama.

Infatti attraverso di esso, la cui visibilità sotto luce diretta del sole è davvero minima, possiamo solamente visualizzare l’ora, la data e la carica residua (4 diversi stili selezionabili), visualizzare una chiamata in arrivo (visibile ID chiamante) a cui rispondere oppure rifiutare la stessa ed infine avere a portata di dito i comandi di skip traccia, play/pausa del player musicale. Attenzione però, ciò funziona solo col player nativo e peraltro solo se lo schermo principale è attivo, quindi una funzione inutile come lo è proprio la presenza del secondo display, che è servita solo a far lievitare i costi del prodotto.

Accanto all’inutile display secondario, troviamo il comparto fotografico che si compone di 3 ottiche, 1 flash LED ed un modulo infrarossi per la visione notturna, Ad arricchire l’estetica del prodotto, troviamo inserti in metallo sui profili laterali, che rendono robusto il Doogee V20 ma al tempo stesso accrescono il peso che si porta a 296 grammi mentre le dimensioni si esprimono in valori di 81,2 x 170,5 x 14 mm. Ciò si traduce in una totale assenza di ergonomia ed al fatto che anche dopo pochi minuti d’utilizzo, lo smartphone graverà sul comfort rendendo spiacevole ogni situazione.

Sui profili in metallo spazzolato, sulla destra abbiamo i tasti del volume e quello di accensione che incorpora il sensore biometrico per lo sblocco del telefono per mezzo d’impronte digitali, la cui reattività non è delle migliori, ma almeno in termini di affidabilità dello sblocco si è comportato molto bene. Sul lato opposto troviamo il vassoio delle SIM, in grado di ospitarne 2 in formato nano oppure rinunciando alla funzione Dual SIM, possiamo inserire una scheda micro SD per espandere la memoria integrata. Sappiate che questo rugged phone è in grado di connettersi a reti 5G su entrambi gli slot e nonostante la provenienza tipicamente orientale, viene supportata la banda 20.

Troviamo anche un ulteriore pulsante che è programmabile: con un clic singolo, doppio clic o pressione prolungata possiamo richiamare azioni rapide come avviare una registrazione audio, far partire la funzione SOS, effettuare uno screenshot oppure possiamo far partire un’applicazione a nostro piacimento. Questa è davvero una funzione utile, per chi magari è solito adoperare lo smartphone con mani sporche per via del lavoro, ed in questo modo si avrebbe una minore interazione col display salvaguardandolo da sporco e graffi in generale, anche se in realtà non dobbiamo avere di questi timori, contando su certificazioni come IP68, IP69K, MIL-STD 810G che si traducono in resistenze a temperature da -55°C a +70°C, resistenza ad immersione in acqua per 30 minuti con profondità di 1,5 metri, solo per citarne alcune.

E’ doveroso segnalare che è presente su entrambi i  display un vetro protettivo, già applicato da fabbrica, ma di scarsa qualità, in quanto si è incrinato alla prima prova di caduta da meno di un metro di altezza. Ne trovate però un ricambio in confezione. La resistenza alle cadute ed urti è comunque garantita dai rinforzi sui profili in gomma rigida, sia sul frame superiore che su quello inferiore dove troviamo la presenza del microfono principale, ingresso USB Type-C per ricarica e trasferimento dati con supporto OTG (niente uscita video) e speaker mono. L’ingresso di ricarica è protetto da uno sportellino e va segnalato che ogni cavo di ricarica si adatta all’inserimento, cosa da non sottovalutare, oltre al fatto che il posizionamento dello speaker è azzeccato, permettendo la fuoriuscita del suono senza impedimenti. A tal proposito, il volume è davvero elevato ma la qualità non eccelsa, con uno squilibrio verso le tonalità alte. Inoltre non è presente un jack per cuffie cablate da 3,5 mm ma dovrete sfruttare la Type-C.

Peccato anche che la Radio FM funzioni solo con cuffie cablate, che potrebbe risultare scomode e pericolose se pensiamo all’utilizzo dello smartphone in cantiere ad esempio. A stupire invece è lo schermo del Doogee V20, un pannello da 6,43 pollici fornito da Samsung con tecnologia AMOLED e risoluzione Full HD+ (2400 x 1080 pixel) in formato 20:9.

Unico elemento di disturbo è il punch hole che integra la camera selfie, ma la sua presenza è davvero ridotta con un diametro di soli 2,4 mm mentre ad essere più pronunciate sono le cornici che abbracciano il display. A parte ciò la resa cromatica del pannello utilizzato è decisamente rivoluzionaria in paragone alla fascia d’appartenenza del dispositivo, ma nonostante la tecnologia AMOLED, il brand non ha pensato di inserire funzioni come l’Always On Display nè tantomeno il supporto HDR, ma soprattutto i DRM Widevine sono di livello 3 e quindi lo streaming da piattaforme come Netflix ed affini non sarà in HD. Anche la luminosità di picco si ferma a soli 500 nits con una scarsa visibilità sotto luce diretta del sole, altra cosa che fa molto riflettere considerando il pubblico a cui si rivolge il rugged phone. E se proprio devo mettere il carico da 12, il display risulta affetto da un bug che nella home screen fa visualizzare la scia del trascinamento delle icone.

Ho detto che è assente l’AOD, ma almeno troviamo nell’ampia cornice superiore un LED di stato, oltre che ad un ampia capsula auricolare ed i sensori di prossimità e luminosità, quest’ultimo affetto da un malfunzionamento continuo, in quanto quando riconosce di dover sparare al massimo livello di luminosità lo schermo, lui si blocca su questo livello.

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Buona invece la dotazione di connettività e relativa resa. Mi riferisco alla presenza di un Bluetooth 5.1, GPS con aggancio dei satelliti Galileo, WiFi dual e NFC per i pagamenti in mobilità. Anche la ricezione è buona, contando su 5G oppure su 4G+ con discreta velocità negli speed test, mentre per le chiamate l’audio è risultato cristallino.

Parliamo di prestazioni, che su questo Doogee V20 impressionano e sorprendono in positivo, contando su una base hardware che si esprime con un SoC MediaTek Dimensity 700, soluzione octa-core con clock da 2.2 GHz e processo produttivo a 7nm, in grado di raggiungere quasi 364 mila punti su AnTuTu. Al processore di affianca la GPU ARM Mali-G67, 8 GB di RAM LPDDR4X e 256 GB di storage UFS 2.2.

Questa combinazione di elementi permette al Doogee V20 di essere utilizzato anche in ambiti poco congeniali ai rugged phone, ovvero anche in ambito Gaming, beneficiando di titoli di ultima generazione con buone prestazioni di gioco, accontentandosi di dettagli grafici non ai massimi livelli. Nel complesso lo smartphone è sempre pronto e reattivo, con una buona rapidità nell’apertura delle applicazioni ma il sistema, basato su una versione praticamente quasi stock di Android 11 e patch di marzo 2022, soffre di alcuni bug significativi. Mi è capitato infatti più volte che il telefono si riavviasse da solo oppure che non riuscisse ad aprire una determinata app. Anche Android Auto in alcune circostanze non è stato eseguito in maniera perfetta.

Per quel che concerne l’autonomia, questa è uno dei pregi maggiori di questo dispositivo, contando su una batteria da 6000 mAh in grado di arrivare a quasi 3 giorni di utilizzo senza rinunce. Presente inoltre una ricarica rapida a 33W ed una ricarica wireless a 15W. Ma se da una parte vi ho deliziato con la “carota” ora mi tocca il “bastone”, infatti vi parlo di resa fotografica.

Il comparto fotografico di Doogee V20, almeno sulla carta, può risultare interessante considerando la presenza di una camera principale da 64 MP con supporto HDR ed apertura f/1.8. Abbiamo poi una camera da 8 MP con funzione ultrawide e FOV 130° ed infine una camera da 20 MP con possibilità di visione al buio per mezzo di infrarossi. Proprio quest’ultimo dovrebbe essere una delle caratteristiche principali del Doogee V20, ma il suo utilizzo e resa, sembra più paragonabile a quella di una camera di sicurezza, quasi un filtro in bianco e nero, ma soprattutto chi se ne va in giro al totale buio a scattare foto e/o video?

La camera selfie è una banale 16 MP senza ulteriori specifiche, aggiungendo praticamente nulla alle aspettative che nutrivo sul Doogee V20. In condizioni di buona illuminazione gli scatti sono accettabili, nella norma, mentre la camera grandangolare restituisce colori molto saturi e poco fedeli alla realtà, come quello delle action camera da 10 euro. I video sono privi di alcuna stabilizzazione, seppur possano essere girati fino al 2K a 30 fps.

I colori accesi come il rosso di un papavero mettono in crisi il software d’elaborazione dell’immagine, di base molto semplice e povero di funzioni specifiche, per non parlare delle foto in notturna, piene di rumore digitale mal gestito e che rende inutilizzabili gli scatti. Infine aggiungo che la rapidità di scatto e messa a fuoco sono imbarazzanti.

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CONCLUSIONI

Appare chiaro che il Doogee V20 è superiore per alcuni versi ai vari rugged phone in circolazione, ma il suo costo non è giustificato da nulla. Al momento lo trovate a circa 291 euro, a mio avviso tanti per un device che risulta scomodo da portare con sè, non ha funzionalità particolari e/o speciali dedicati al lavoro estremo. Il display AMOLED non ha feature tipiche di questa tecnologia e le funzioni “speciali” si sono rivelate solo un modo per alzare il prezzo senza alcuna reale esigenza soddisfatta da queste.

Emanuele Iafulla
Emanuele Iafulla

Nerd, Geek, Netizen, termini che non mi appartengono. Semplicemente me stesso, amante della tecnologia e provocatorio come Xiaomi fa con i suoi prodotti. Alta qualità a prezzi onesti, una vera provocazione per gli altri brand più blasonati.

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