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Europa e Chip: arriva la proposta di legge per la sovranità digitale

Era marzo dello scorso anno quando parlammo del progetto europeo di costruirsi i chip e i microchip in casa. La proposta, embrionale in quel momento, venne criticata e non poco da diversi analisti. Tuttavia, il progetto è andato avanti e oggi la Comunità Europea ha presentato la proposta di legge che permetterebbe agli Stati Europei di divenire sempre più indipendenti dai paesi come Cina e Taiwan. Questi, ricordiamo, sono i primi produttori dei cosiddetti wafer. Vediamo i dettagli.

L’Europa vuole i chip e microchip fatti “in casa” ed ecco avanzare l’European Chips Act: 43 miliardi di investimenti per l’autonomia digitale

Per far fronte alla completa dipendenza dell’Europa dai paesi come Cina e Taiwan, ma anche per far fronte alla crisi dei chip, ecco la proposta chiamata European Chips Act. Quando parliamo di chip e microchip, purtroppo l’Europa può contare solo su una fetta di mercato pari al 10%. Questo ha portato ad una forte dipendenza dagli altri Paesi. Ma in futuro le cose cambieranno: grazie a 43 miliardi di investimenti in questo settore, l’area europea dovrebbe raggiungere il 20% entro il 2030. Nel documento divulgato dal sito ufficiale (che trovate nell’introduzione) si parla di costruzione di chip a 2 nm, nuova frontiera della tecnologia.

Ma serve anche ricerca e sviluppo. Per questo motivo il piano è studiato per far fronte a tre punti critici fondamentali:

  • l’iniziativa “Chips for Europe” metterà in comune le risorse dell’Unione, degli Stati membri e dei paesi terzi associati ai programmi dell’Unione esistenti, nonché del settore privato, mediante un’impresa comune per i chip rafforzata, che è il risultato del riorientamento strategico dell’attuale impresa comune “Tecnologie digitali fondamentali”. Ci saranno ben 11 miliardi di € per rafforzare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione esistenti, garantire la diffusione di strumenti semiconduttori avanzati, creare linee pilota per la realizzazione di prototipi, la sperimentazione e il test di nuovi dispositivi per applicazioni della vita reale innovative, formare il personale e sviluppare una comprensione approfondita dell’ecosistema e della catena del valore dei semiconduttori
  • un quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento mediante l’attrazione di investimenti e capacità di produzione rafforzate, indispensabili per promuovere l’innovazione nel campo dei chip con nodi avanzati, innovativi ed efficienti sotto il profilo energetico
  • un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare l’approvvigionamento dei semiconduttori, stimare la domanda e anticipare le carenze. Il meccanismo monitorerà la catena del valore dei semiconduttori raccogliendo informazioni chiave dalle imprese per individuare le strozzature e le debolezze principali, effettuerà una valutazione comune della crisi e coordinerà le azioni da intraprendere a partire da un nuovo pacchetto di strumenti di emergenza

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: 

“I chip sono necessari per le transizioni verde e digitale e per la competitività dell’industria europea. La sicurezza dell’approvvigionamento non dovrebbe dipendere da un solo paese o da un’unica impresa. Dobbiamo fare di più insieme – nel campo della ricerca, dell’innovazione, della progettazione e degli impianti di produzione – per garantire che l’Europa sia un attore chiave più forte nella catena del valore globale. Ciò andrà anche a vantaggio dei nostri partner internazionali. Lavoreremo con loro per evitare futuri problemi di approvvigionamento.”

Questi 43 miliardi di investimenti arriveranno sia da fonti private che pubbliche. Ad oggi 22 Stati membri, sottoscrivendo una dichiarazione congiunta nel dicembre 2020, si sono impegnati a collaborare per rafforzare la catena del valore dell’elettronica e dei sistemi integrati in Europa ed espandere la capacità produttiva all’avanguardia.

Vale la pena ricordare che dopo il discorso chip, l’Europa deve adeguarsi anche per quanto riguarda il lato connettività. Ci sono Paesi ancora poco raggiunti dal 5G e il resto del mondo comincia già a parlare del 6G.

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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