La crisi dei chip ormai imperversa in tutto il mondo. Le aziende produttrici cinesi e taiwanesi (più delle altre) si stanno facendo in quattro per invertire la rotta. AMD ha affermato che prima del 2022 la situazione non migliorerà. In questo articolo abbiamo affrontato quali sono i motivi per cui si è arrivati fino a questo punto. Ma i veri colpevoli chi sono? Il capo di TSMC ha affermato che non sono gli utenti, bensì le aziende che acquistano e che fanno scorta di microprocessori. Vediamo i dettagli.
Di chi è la colpa della crisi dei chip? Le aziende stanno facendo scorta da un anno ormai e TSMC afferma che è tutta una loro responsabilità
Il presidente di TSMC Mark Liu in una recente intervista sul TIME ha indicato uno dei motivi della crisi dei chip. Sembra che accanto ai fattori naturali che hanno interrotto il normale funzionamento dell’industria, ce ne siano anche di “artificiali”.
Quando le case automobilistiche, alcune delle prime a riscontrare carenze di semiconduttori, ma anche quelle di smartphone, hanno accusato TSMC di non aver soddisfatto i requisiti di produzione, Liu ha incaricato i suoi subordinati di raccogliere dati per cercare di capire cosa stesse succedendo. Come si è scoperto, alcuni dei clienti nella catena di approvvigionamento stavano effettivamente esaurendo le scorte, ma altri stavano accumulando prodotti allo stesso tempo.
Leggi anche: La crisi dei chip aggrava le relazioni tra Taiwan e Cina
Di conseguenza, TSMC ha deciso di riallocare la capacità a favore della prima categoria di clienti. Apparentemente, questa decisione è stata impopolare, ma data la situazione attuale, sembra giusta. Tutto per superare la crisi dei chip, dopotutto.
Secondo Liu, “ci sono persone che stanno sicuramente accumulando chip in non si sa dove nella catena di approvvigionamento“, cioè, in effetti, il problema non è in TSMC e neanche nelle crescenti esigenze degli utenti finali di prodotti a semiconduttore, ma in rivenditori e distributori che accumulano chip nei magazzini per aumentare i prezzi.
