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Cosa significa Android Enterprise Recommended?

Giusto qualche giorno fa tre dispositivi Redmi sono stati certificati Android Enterprise Recommended. In quella sede abbiamo spiegato in breve che cosa significasse questa certificazione. Tuttavia, dopo un’attenta analisi, abbiamo capito che c’è ancora molto da dire a riguardo ed eccoci ci pronti a spiegare ciò che manca. Prima di iniziare, dobbiamo comprendere che non si tratta di una vera e propria certificazione (come lo può essere una TÜV Rheinland o Bluetooth SIG) ma piuttosto un “lasciapassare” per le aziende.

Cosa significa Android Enterprise Recommended e quali smartphone ne fanno parte? Cerchiamo di spiegare tutto in poche e semplici parole

Android Enterprise Recommended (anche detta AER) è un’iniziativa di Google che aiuta i clienti a trovare la soluzione Enterprise Mobility Management (EMM) più adatta per distribuire con successo i propri dispositivi Android. In poche parole aiuta gli utenti a scegliere quale dispositivo fa più al caso di un’azienda piuttosto che un altro. Il programma AER consente agli sviluppatori Android di integrare il supporto Android nelle loro soluzioni EMM tramite API e altri strumenti. Mantenere i dati aziendali al sicuro e protetti è una priorità assoluta per le aziende e questo è il motivo principale per cui Google ha presentato il programma.

Il programma Android Enterprise Recommended è stato creato con l’obiettivo di selezionare i migliori smartphone Android. Chiaramente ogni azienda deve promettere che manterrà il dispositivo in questione aggiornato per lungo tempo. A tal proposito vi consigliamo la lettura di questo articolo in cui si parla da chi dipendono gli aggiornamenti dei nostri smartphone. Tornando a noi, Google non solo valuta questi dispositivi ma fornisce supporto tecnico e formazione come parte della convalida del protocollo.

Cosa significa Android Enterprise Recommended?

Android Enterprise Recommended fornisce un elenco di dispositivi consigliati da Google che soddisfano i requisiti specifici dell’azienda, a vantaggio sia dell’organizzazione cliente che degli OEM che vi prendono parte. I dispositivi vengono sottoposti a una serie di test approfonditi rispetto alle best practice e ai requisiti comuni stabiliti da Google. I requisiti più essenziali che devono essere soddisfatti includono:

  • specifiche hardware minime per i dispositivi con Android 7.0 e versioni successive
  • supporto per la registrazione zero-touch per consentire la distribuzione in blocco di dispositivi Android
  • tutti gli aggiornamenti di sicurezza Android devono essere forniti entro 90 giorni dal rilascio da parte di Google, per un minimo di 3 anni
  • i dispositivi sbloccati dovrebbero essere disponibili direttamente dal produttore o dal rivenditore
  • il dispositivo deve avere un’esperienza d’uso adeguata nei profili gestiti (personale e aziendale per esempio)

Tuttavia, non tutti i dispositivi possono entrare nel programma. Google accetta solamente quelli che soddisfano i requisiti. In questo modo si ha la sicurezza che i devices funzionino nel migliore dei modi. Ma nel concreto, cosa cambia se si possiede un dispositivo del genere?

In poche parole è possibile “inserire” più di un profilo, per esempio uno aziendale e uno personale, totalmente separati. Quello aziendale può essere controllato anche da remoto se l’azienda lo richiede, in modo tale da avere il controllo totale sulle azioni che vengono effettuate dall’impiegato.

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Via | Hexnode

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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