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Canone RAI per smarphone, tablet e PC: la proposta

Il canone RAI è una misura che è stata più o meno digerita da tutti gli utenti. Dal momento che però questa è integrata all’interno della bolletta della corrente elettrica, c’è poco da fare. Il problema però è che l’Italia, rispetto al resto dei paesi dell’Unione Europea, ha la quantità inferiore di ricavi provenienti da essa. Qualche numero per comprendere meglio l’esigenza del servizio televisivo pubblico nell’incassare il canone RAI: 90 euro contro i 312 della Svizzera o i 138 della Francia. Ma cosa sta succedendo? Tale canone potrebbe essere esteso.

Il canone RAI potrebbe essere esteso anche a smartphone, tablet e PC. Questa la proposta di legge a causa di ricavi RAI dimezzati. I dettagli della proposta

Secondo quanto apprendiamo, l’amministratore delegato della TV pubblica, Carlo Fuortes, ha proposto una sorta di ricetta per risollevare le sorti della RAI. Quattro modeste proposte (così le ha definite durante il suo intervento) per invertire le dinamiche economiche e tentare di avvicinarsi alle best practice europee,  senza incidere sulle tasche degli italiani. In realtà il non incidere sulle tasche degli italiani è tutto da vedere poiché una delle sue proposte è quella di estendere il canone RAI anche agli smartphone, tablet e PC.

Le decisioni legislative e l’evoluzione tecnologica, quindi il digitale terrestre e il grande mercato televisivo dei prodotti premium” hanno inciso negativamente sugli incassi. Insieme a questo, come detto poc’anzi, c’è il fatto che il canone RAI, inteso come canone per la TV pubblica, è nettamente inferiore a quello di altri paesi europei.

Le proposte dell’amministratore delegato della TV pubblica hanno ottenuto una rapida bocciatura da diversi esponenti del mondo della politica, a iniziare da Federico Mollicone, responsabile Cultura di Fratelli d’Italia e membro della commissione di vigilanza sulla RAI.

L’esecutivo Usigrai afferma in un comunicato:

Dopo l’illustrazione in Vigilanza da parte del neo amministratore delegato non si può fare più finta di nulla. Come denunciamo da anni, i ricavi della Rai sono incongrui, incerti, in riduzione e instabili a causa di fattori esterni. Le novità che potrebbero arrivare dal recepimento della Direttiva europea in merito ai tetti pubblicitari rischiano di mettere in ginocchio la Rai. Questo quadro crea disastri strategici perché riduce gli investimenti, riduce la possibilità di fare concorsi per assumere nuove competenze, impedisce qualunque progetto di sviluppo. Le proposte avanzate da Fuortes per risolvere il nodo strutturale delle risorse. ono largamente condivisibili. Se si vuole rilanciare il Servizio Pubblico, noi come sempre siamo pronti a fare la nostra parte, ma ora è ancor più chiaro che nulla possa avvenire senza un intervento sulle risorse

Insomma, il canone RAI potrebbe essere esteso e non ci sarebbe nulla da fare. Voi che ne pensate? Sarebbe giusto diminuire la tassa che già paghiamo per estenderla a tutti?

Fonte | Corriere Comunicazioni

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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