T'interessano le OFFERTE? Risparmia con i nostri coupon su WHATSAPP o TELEGRAM!

Quanti dati invia Android a Google? Troppi rispetto ad iOS

Gli smartphone Android come sappiamo sono programma ti su un sistema open source. In quanto tale potremmo pensare che gli sviluppatori siano interessati (più o meno) a far inviare meno dati possibili a terzi. Invece secondo una nuova ricerca effettuata dal Trinity College di Dublino, con a capo il ricercatore Douglas Leith, ha dimostrato (come se ce ne fosse bisogno) che i dati inviati da un dispositivo con OS by Google sono molti, molti di più rispetto a quelli inviati dal sistema chiuso per antonomasia, ovvero iOS. Vediamo i dettagli.

Anche se l’utente vieta la raccolta dei dati, Android invia 20 volte più dati dispetto ad iOS: ma quando succede questo? Ed è controllabile?

Il ricercatore di cui sopra ha pubblicato uno studio in cui ha afferma che anche se l’utente vieta la telemetria (passaggio di informazioni e successiva trascrizione), questa viene comunque effettuata e i dati raccolti vengono inviati ai server di Google e Apple. Ma Leith non si preoccupa tanto di questo, piuttosto di quanti dati vengono raccolti e inviati: afferma che quando è acceso, lo smartphone Android in media invia a Google 1 MB dati (contenenti vari tipi di informazioni). iPhone invece invia solo solo 42 KB

Ma non è tutto: in modalità standby, uno smartphone Android invia a Google 1MB di dati raccolti in 12 ore. Mentre l’iPhone invia solo 52 KB ai server Apple nello stesso periodo di tempo. Si scopre che il sistema operativo del robottino verde, solo negli Stati Uniti, raccoglie e invia dati a Google pari a 1.3 TB in 12 ore, mentre iOS solo 5.8 GB. Bisogna dire che i dati sono inviati anche quando si fanno operazioni semplici come visualizzazione delle impostazioni o l’inserimento di una scheda SIM.

La risposta delle aziende Google e Apple

Ma cosa dicono le due aziende, Apple e Google? Hanno già commentato i risultati dello studio Douglas Leith e, come ci aspettavamo, il loro punto di vista è diverso da quello del ricercatore. Per quanto riguarda Apple, un portavoce ha affermato che la politica dell’azienda è di totale “trasparenza e controllo delle informazioni personali ” e che fornisce anche “presidi che impediscono all’azienda di rintracciare l’ubicazione degli utenti”. Una mezza risposta in realtà, che non ci dice nulla circa i dati effettivi.

Google invece risponde in maniera più concreta dicendo in uno smartphone i dati raccolti da Google sono necessari affinché l’azienda, possa vedere (in senso figurato) che il software del dispositivo è stato aggiornato alle ultime versioni. Di conseguenza può accertarsi che i servizi funzionino correttamente e lo smartphone stesso sia sicuro. Oltre a questo Google non è d’accordo con i volumi di dati raccolti dal ricercatore di Dublino.

Leggi anche: Un falso aggiornamento Android nasconde virus: come riconoscerlo

E’ tutto vero quello che dice Google sulla raccolta dei dati sui dispositivi Android, ma è anche vero che gli utenti non hanno la sicurezza che effettivamente i dati inviati sono utili per quegli scopi. Chiaramente qui l’utenza si divide: da una parte ci sono i cosiddetti “complottisti“, che pensano che siamo tracciati a prescindere; dall’altra abbiamo quelli più “accondiscendenti” che dicono “Ma sì, alla fine che importa?”, non considerando la privacy per quello che oggigiorno è: una merce in vendita.

Via | Ars Technica

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
XiaomiToday.it
Logo