Sempre più utenti utilizzano un dispositivo indossabile. Al di là della moda, gran parte degli acquirenti lo fanno con lo scopo di tenere sotto controllo la propria salute. Il monitoraggio dei dati vitali tramite smartwatch o smartband è ormai una cosa molto comune, tuttavia non siamo consapevoli di tutta la verità dietro la tecnologia al nostro polso. Nuovi studi e nuove ricerche hanno dimostrato che l’accuratezza del monitoraggio dei dati non dipende tanto dalla qualità della tecnologia, quanto…dal colore della pelle. Smartwatch razzisti quindi? No, solo sperimentazione poco ampia.
È proprio così: uno studio dimostra che l’accuratezza del monitoraggio di uno smartwatch dipende dal colore della pelle. Ecco i dati
Secondo uno studio presentato alla 71° sessione scientifica dell’American College of Cardiology, le misurazioni dei dati vitali tramite smartwatch non sarebbero sempre accurate. Quando non lo sono? Nello specifico i dati risultanti dalle ricerche hanno evidenziato che quanto più è scura la pelle dell’utente, tanto più i dati non sono attendibili. Ma come è possibile? Si tratta semplicemente di una “limitazione” dell’hardware degli wearable. O meglio: il tutto dipende da come, in generale, gli smartwatch monitorano i dati.
Daniel Koerber, MD, medico presso l’Università di Alberta a Edmonton in Canada, e co-autore principale dello studio, ha detto:
Le persone devono essere consapevoli del fatto che ci sono alcune limitazioni per le persone con tonalità della pelle più scure quando utilizzano questi dispositivi e i risultati dovrebbero essere presi con le pinze.
Gli algoritmi sono spesso sviluppati su popolazioni bianche omogenee, il che può portare a risultati non così generalizzabili come vorremmo. La ricerca e lo sviluppo in corso di questi dispositivi dovrebbero enfatizzare l’inclusione di popolazioni di tutte le tonalità della pelle in modo che gli algoritmi sviluppati possano adattarsi al meglio alle variazioni nell’assorbimento innato della luce della pelle
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In sostanza, si è capito che gli studi sul monitoraggio degli smartwatch vengono effettuati per la maggiore su persone con pelle chiara. Dopo lo screening di 622 articoli scientifici, i ricercatori hanno identificato 10 studi che riportavano dati sulla frequenza cardiaca e sul ritmo per la tecnologia indossabile in base alla tonalità della pelle dell’utente. Di questi studi, quattro hanno scoperto che le misurazioni della frequenza cardiaca erano significativamente meno accurate negli individui dalla pelle più scura.
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Ma perché questo? La maggior parte degli smartwatch rileva e monitora i dati tramite un raggio di luce puntato sulla superficie del polso. Grazie a questo fascio di luce si rileva quanta luce viene assorbita. Vien da sé che chi ha una pelle più scura rischia di avere dati “falsi” in quanto la quantità di luce riflessa sulla pelle nera è minore.
Questo studio non solo dimostra che la tecnologia non fa tutto, ma mette in luce un altro grosso problema. Gli utenti non sono consapevoli di queste differenze di misurazione. I rischi sono diversi: prima di tutto un utente potrebbe spendere molti soldi per acquistare uno smartwatch per la misurazione dei dati vitali consapevole che più spende, migliore è la qualità del rilevamento; in secondo luogo, questi dati di misurazione dovrebbero essere garantiti a tutti in egual misura.
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È importante esplorare opzioni alternative per assicurarci di poter creare una soluzione più equa nell’assistenza sanitaria e non solo nell’industria dei consumatori“, ha affermato lo scienziato Koerber. Siamo dell’opinione anche noi che gli utenti debbano essere consapevoli delle limitazioni dei dispositivi elettronici che acquistano. A maggior ragione quando questi costano molto.
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Via | SciTech Daily
