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9 marchi di smartphone che sono morti nell’era di Android e perché

Quali sono state la peggiori aziende di smartphone Android nell’ultimo decennio? Ci è venuta questa domanda dopo che LG ha deciso di abbandonare definitivamente il mercato dei dispositivi mobili. Per “peggiori” però non intendiamo per forza quelli che hanno venduto poco, ma anche quelli che non sono stati capaci di imporsi per un breve o lungo periodo. Allo stesso modo non tratteremo solo di aziende che hanno fallito, ma anche quelle che sono ancora in piedi. Inevitabilmente i brand legati a queste aziende hanno fallito. Ecco che ne elenchiamo 9. Li conoscete tutti?

Quali sono le aziende di smartphone Android che non sono sopravvissute? Ne abbiamo scelte 10 in tutto: le conoscevate tutte oppure no?

LG

Per prima vediamo proprio LG, ultima azienda in linea cronologica ad aver abbandonato il campo degli smartphone Android. Questa azienda è entrata nel mercato dei dispositivi mobili quando ancora questi avevano i tasti. Fu una delle prime ad offrire un modello “a conchiglia”. Nell’era degli smartphone il brand ha puntato su Symbian ma quando Android ha avuto la meglio, anche LG ha deciso di passare al “lato oscuro”.

lg kt 610 con sistema operativo symbian
Il primo LG con Symbian

Nonostante la sua recente caduta, LG non ha mai avuto troppa paura degli esperimenti. Ad esempio, è stata lei a introdurre la moda dell’obiettivo ultra grandangolare (modello LG G5), la prima a rilasciare uno smartphone con un processore dual-core (Optimus 2X) e una delle prime aziende a farlo con il quad-core (Optimus 4X). Con il modello LG G3, il brand escogitato una combinazione pulsante di accensione + scanner di impronte digitali. Ultima ma non ultima, ha anche realizzato il primo display quad HD su smartphone al mondo.

L’azienda però negli ultimi 10 anni (anche meno) ha iniziato a stare dietro a tutti i competitor e il mondo Android lo ha praticamente abbandonato. Questo gli è costato caro, talmente tanto caro che nessuna altra azienda ha deciso di spendere soldi su di lei per acquistare la sezione mobile.

HTC

Un tempo, molto prima della comparsa dell’iPhone, questa azienda era una sorta di analogo di Apple: prima con il marchio Qtek, e poi HTC, i suoi furono prodotti i migliori e più popolari con Windows Mobile. Successivamente, quando HTC ha iniziato a creare smartphone Android, i dispositivi sono rimasti comunque di buon livello.

Non esiste una data precisa (diversamente da LG) in cui questa azienda ha smesso di funzionare a dovere. Nonostante questo, facendo un giro online, molti utenti sono concordi che il declino è iniziato nel 2010 anno di uscita di HTC Desire nel 2010. L’azienda aveva promesso faville ma la critica è stata durissima in quanto durante la presentazione l’azienda aveva disatteso tutte le aspettative create. Ma sono due i motivi per cui HTC ha fallito così miseramente: durata della batteria degli smartphone insufficiente e mancanza di supporto a lungo termine per gli aggiornamenti.

Inoltre apprendiamo che il sistema operativo occupava una quantità infinita di storage e questo appesantiva il sistema. Non bisogna nascondere però che l’azienda aveva un certo gusto e il design dei suoi smartphone Android era piacevole. I fan si sono comunque stancati di tutto questo anche prima del rilascio di HTC 10 e sono fuggiti. Alcuni ad Apple, altri a Sony e altri a Samsung, che all’epoca stava guadagnando popolarità. È divertente notare che Sony abbia seguito per molti versi il destino di HTC, ma finora rimane a galla.

Lenovo

Ai suoi tempi Lenovo è entrata in modo molto agevole nel mercato, così come ne è uscita. L’azienda andava incredibilmente bene in Russia, tanto che la maggior parte dei suoi smartphone sono stati venduti lì. Si può dire che è stato il primo brand ad aver introdotto il concetto di “smartphone cinese di qualità a buon prezzo“, anni prima che Xiaomi riproponesse (vincendo) la stessa idea. L’azienda realizzò due dei primi smartphone su piattaforma x86 (Intel Atom): Lenovo K800 e K900. A differenza di LG e HTC che hanno voluto proporre top di gamma, Lenovo è rimasta sempre un po’ nell’ombra e forse questo è stato il suo problema.

lenovo vibe shot
Lenovo Vibe Shot

Tuttavia, in termini di peso sul mercato, era come Huawei fino all’anno scorso: onnipresente. I medio gamma (e anche un po’ di più) erano tutti per lei sempre nelle zone in cui il brand si dedicava di più, ovviamente. Il 6 ottobre 2003 Motorola annunciò lo scorporo delle attività relative ai semiconduttori e la creazione di Freescale Semiconductor, Inc., società a cui fu ceduta l’attività dei microprocessori; la separazione fu effettiva dal 16 luglio 2004. In questo momento ci fu l’acquisto da parte di Motorola e il tracollo avvenne da lì.

Il problema più grande era che il concetto di “smartphone cinese di prestigio” faceva fatica a decollare in quel periodo ed è per questo motivo che è stata acquistata da Motorola. Ma i quasi 3 miliardi hanno gravato tanto, troppo sull’azienda tanto che nel 2017 il marchio Lenovo è stato definitivamente abbandonato lasciando spazio solo a Motorola. E c’è stato anche un tentativo di creare un marchio cinese separato, ZUK. Come Realme di Oppo o Honor di Huawei. Ma sappiamo come è andata a finire.

BlackBerry

BlackBerry non era solo smartphone, era un insieme di servizi Internet mirati alla velocità, comodità e privacy. BlackBerry (più precisamente la società canadese Research In Motion) è stata la prima a inventare un servizio di messaggistica Internet mobile a tutti gli effetti legato a un numero di telefono. L’azienda forniva l’accesso a BIS (BlackBerry Internet Service), la cui essenza era che tutto il traffico in uscita era impacchettato, crittografato e trasmesso su un canale (mentre di solito sugli smartphone, ogni applicazione trasmetteva i dati su un canale separato).

blackberry

Ricorderemo tutti con affetto la tastiera fisica su smartphone. E’ proprio questo il tratto distintivo degli smartphone BlackBerry, ma non è bastato. La sfortuna di questa azienda è che ha iniziato a decollare solo nel momento in cui sono usciti i primi iPhone con i servizi di messaggistica annessi (iMessage ad esempio). Anche WhatsApp ha dato un duro colpo all’azienda. Come Xiaomi ora, BB si teneva in piedi non tanto per la produzione di smartphone quanto per l’esistenza di un ecosistema di servizi.

L’azienda ha anche fornito BES (BlackBerry Enterprise Server) che è stato utilizzato attivamente dai clienti aziendali, compreso il governo degli Stati Uniti. Tuttavia, anche gli americani, sospettosi nel 2012 hanno deciso di passare in modo massiccio agli iPhone al fine di, per così dire, supportare il produttore nazionale. La chiave che mancava a BlackBerry era un buon livello di interfaccia fotocamera + processore + display, cosa che al tempo Apple aveva offerto.

Fly

Probabilmente Fly è un’azienda che nessuno conosce. Si tratta di un piccolo brand che, secondo la “leggenda” aveva sede a Londra. Gli smartphone Android Fly erano prodotti principalmente per i dipendenti statali e non si distinguevano per design, né tantomeno per specifiche. Pertanto, nel 2015, la società ha deciso di creare un marchio sussidiario Wileyfox. L’obbiettivo era quello di creare una sorta di smartphone giovane e alla moda per competere con Xiaomi e altri marchi cinesi aggressivi.

fox

Un punto a sfavore per quest’azienda è stata una scarsa organizzazione e pianificazione di vendita. I prezzi non erano tanto male ma i dirigenti hanno deciso troppo presto di puntare alla vendita online quando, al tempo (primo decennio del 2000), il commercio online non era decollato. Mancavano inoltre pezzi di ricambio (sì, una volta gli smartphone si aggiustavano) e i costi a questo punto sono saliti. Comunque sia, anche in 2-3 anni della sua esistenza, Wileyfox non è riuscita a conquistare il cuore degli utenti e un posto nel mercato. E non è che fosse fondamentalmente impossibile: realme lo ha fatto in un anno.

LeEco

Il desiderio di “essere come Apple, ancora più cool” in LeEco, purtroppo, è stato preso troppo alla lettera. L’impulso a mettersi in mostra era più forte dell’impulso di evolversi gradualmente. Non essendo ancora riuscita a prendere piede nel mercato. Quando nacque l’azienda, vennero fatte scelte sbagliate come l’apertura di punti vendita in luoghi di scarso passaggio. Ma non fu questa la vera causa del declino del brand.

le max 2
LeEco Max 2

In generale, gli smartphone di LeEco erano abbastanza buoni di per sé, anche durante il periodo in cui erano venduti con il marchio LeTV. Hanno superato Xiaomi sotto molti aspetti (per non parlare di altri concorrenti) in termini di rapporto qualità-prezzo. A quei tempi per i flagship con Android era la norma non arrivare carico fino a sera, ma modelli come Le Pro 3 potevano funzionare per un giorno e mezzo anche sotto stress. Facendo un giro online abbiamo compreso che l’azienda era avvertita come un semplice mezzo per riciclare denaro da parte di altri brand più grandi.

Acer

Tutti conosciamo Acer per i PC ma sicuramente nessuno sapeva che facesse anche smartphone. La strategia, per entrambi i settori, era sempre la stessa: qualità, qualità! Ad esempio, nel 2013 è stato rilasciato l’Acer Liquid S2, il primo smartphone al mondo con la capacità di registrare video in 4K. Con il processore Snapdragon 800 di fascia alta, 2 GB di RAM e display Full HD, era qualcosa di mostruoso. Tutto bello tranne per il fatto che questo smartphone non reggeva lo sforzo e si spegneva causa riscaldamento estremo.

Qui c’è da dire ben poco: l’azienda forse si aspettava un BOOM improvviso ma ha creduto ben poco nel futuro di questi dispositivi che sono velocemente caduti nel dimenticatoio.

YotaPhone

Da non confondere con l’operatore di comunicazione Yota, era un brand che aveva tutte le carte in regola per dominare. Pensiamo solo al suo dispositivo di prima generazione che offriva due schermi in uno: uno tradizionale e uno con tecnologia E-Ink. Il primo YotaPhone nel 2013 ha persino vinto il CES di Las Vegas nella categoria dispositivi mobili.

yotaphone 2
A sinistra schermo normale e a destra schermo E-Ink

Il problema? Erano troppo cari. Ebbene, nel 2019, YotaPhone ha dichiarato fallimento dopo la sua fondazione nel 2011. Motivo? Un dei fornitori di display di Yota (Hi-P Electronics) ha fatto causa all’azienda per via del mancato rispetto di alcuni contratti, e questo ha contribuito a spingerla sull’orlo del baratro, nonostante un accordo da 17 milioni di dollari.

Questo articolo è frutto delle opinioni personali e delle ricerche dell’autore

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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